Quali sono i lavori più richiesti in Italia nel 2013 e soprattutto quali sono quelli che in pochi oggi vogliono fare? Falegnami, panettieri e sarti: sono soltanto tre delle professioni che
nessuno oramai vuole più fare, i cosiddetti lavori "dimenticati". In
Italia molti posti sono vacanti e soprattutto i giovani cercano sempre
le stesse strade, spesso contorte a causa ovviamente della crisi, senza
però dimenticare anche le amicizie lavorative e un titolo di laurea che
può avere un risvolto negativo della medaglia, due fattori da prendere
in considerazione quando si cerca un lavoro.
Da un'indagine svolta dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro,
elaborando i dati segnalati dai 28mila iscritti che gestiscono un
milione di aziende, emerge un dato estremamente significativo che apre
uno squarcio sulla situazione del mercato del lavoro in Italia. Ci sono
giovani che non cercano lavoro ma anche chi non lo puó cercare perché
privo di idoneo percorso formativo.
La crisi è evidente ma, il lavoro dunque in alcune sue accezioni non
sembra mancare. Tutti i posti per cui non c'è domanda, ma sussiste un
altissimo livello dell'offerta sono i cosiddetti "posti in piedi", quei
lavori da svolgere manualmente. Ecco alcuni esempi.
In Italia mancano i panettieri. E' un lavoro duro e i turni lavorativi
sono principalmente due: il primo nella tarda nottata, il secondo la
mattina molto presto. I posti disponibili in questo campo sono 1040 non
si riesce a coprire il 39% di queste posizioni vacanti.
Un altro lavoro particolarmente snobbato è appunto quello del falegname.
In questo campo, soprattutto in questo periodo di crisi economica e
lavorativa, i ricavi potrebbero essere molto elevati: basta "fare il
giovane" presso un falegname esperto e, se si possiede una discreta
somma di denaro, si può lavorarenautonomamente. I guadagni sono
assicurati, ma la strada è lunga e impervia.
Anche nel mercato degli infissi il posto sarebbe disponibile: esistono
1500 posti da installatori e l'83% di questi non è ancora stato
occupato. Un dato che può far riflettere.
Altri due mestieri "rifiutati" sono, nonostante si possa pensare il
contrario, quello dei baristi e dei camerieri. Le principali motivazioni
possono essere principalmente legate agli orari notturni. Spesso queste
posizioni sono occupate dai giovani universitari che per andare
incontro alle esigenze monetarie legate alle tasse universitarie
"arrotondano" con questi lavori cercando di proseguire al meglio gli
studi. Nonostante la
presenza degli studenti nel settore il settore della ristorazione e dei bar manca nella misura del 14%.
Altri posti vacanti si possono trovare nel campo della pasticceria
(orari pesanti con sveglia circa alle quattro o alle cinque del
mattino), nel campo della macelleria in cui manca circa il 10% dei posti
disponibili nelle aziende e, infine, anche nel campo della sartoria
dove sarebbero disponibili circa duemila posti di lavoro, previo corso
di specializzazione in questo tipo di lavoro.
Ci sono poi altre professioni di difficile reperimento, legate però ad
un preciso percorso formativo. Tra di queste gli infermieri, i tecnici
informativi e gli operai specializzati. Per quanto riguarda il comparto
infermieristico, nel 2012 c’è stata una richiesta di 22.000 nuove unità;
il numero chiuso imposto dal sistema universitario (accettati solo
16mila nuovi studenti alla laurea triennale in scienze infermieristiche)
e la “poca” attrattiva del lavoro, hanno imposto il ricorso
all’utilizzo di molto personale straniero.
In Italia, dunque, ci sono 150.000 posti disponibili in questi lavori che nessuno cerca e che nessuno vuole.