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RISULTATI DELLA RICERCA

giovedì 5 novembre 2009

MEGLIO PRECARIO? SI' MA CON UN BUON SALARIO

In tempi di crisi, quando manca il lavoro e i lavoratori precari, quelli senza un contratto regolare vengono lasciati a casa, o anche chi ha un contratto indeterminato si vede messo in cassa integrazione, forse la certezza del posto fisso sarebbe per lo meno una garanzia in più per non perdere il posto di lavoro. E invece no, tra i giovani, ciò che più conta non è il posto fisso, ma un buon salario. E’ il risultato condotto da una ricerca.


La ricerca

Secondo un’indagine condotta dall’Istituto di Ricerca GPF per AXA MPS, il posto fisso non è tra le priorità dei giovani. Ciò che più conta per loto è portare a casa uno stipendio sufficiente per poter condurre una vita abbastanza decorosa, infatti solo il 19,6% degli intervistati (giovani con età compresa tra i 18 e i 34 anni) ha dichiarato fondamentale la sicurezza del posto di lavoro.


In particolare, il posto fisso è importante per :

  • intervistati con età compresa tra i 18 e i 34 anni: 19,6%
  • intervistati con età compresa tra i 35 e i 54 anni: 24,4%
  • intervistati con età compresa tra i 55 e i 74 anni: 24,3%

I giovani
A giudicare dai risultati sembrerebbe che i giovani non aspirino al posto fisso e quindi ad una maggiore stabilità. In realtà non è così. Il punto è che sono proprio i giovani a risentire maggiormente le conseguenze della crisi che ha investito il nostro Paese. Non è solo la questione del posto fisso che li attanaglia bensì anche la poca disponibilità di tempo libero, il luogo in cui vivono e il problema casa.
Il discorso della casa è sentito come un fardello dai giovani. Infatti il 45,9% teme di non riuscire a pagare l’affitto o il mutuo.

Giovani e meno giovani a confronto
Le paure legate al discorso della casa sono presenti a tutte le età, infatti anche per i più maturi sussiste l’incertezza di non riuscire a pagare a fine mese la rata dell’affitto o addirittura di non essere in grado di permettersi un mutuo.
Più ottimismo però se si affronta il discorso lavoro. Infatti, se i giovani sono per il 58% insoddisfatti del lavoro e vorrebbero cambiarlo, la percentuale cala per gli intervistai più maturi che tocca il 27,2% ovvero coloro che rientrano nella fascia di età compresa tra i 55 e i 74 anni e il 54,6% per coloro che hanno tra i 35 e i 54 anni d’età.
Di conseguenza, visto che il lavoro non è una certezza per i giovani, sono proprio loro, con il 52,3% ad avvertire il bisogno di una pensione integrativa, contro il 49,8% degli adulti e il 38,4% dei più maturi. Va detto però che il 27,5% dei giovani non riesce a risparmiare poiché le spese ordinarie assorbono buona parte delle entrate.